A RIVEDER LE STELLE

Nicola_Toraldo

Vi sono diversi modi di parlare ai cittadini, uno di questi e’ Ascoltarli, finalmente Ascoltarli, far dir loro cio’ che pensano, cio’ che ritengono giusto, se non altro migliore . Un altro modo e’ lasciar loro i tempi ed i contesti che non devono essere necessariamente luoghi istituzionali, anzi a questo fine basterebbero le strade piene di negozi , basterebbero le piazzette della nostra citta’ quelle stesse piazzette che spesso critichiamo sui vari network perche’ tutti le vorremmo piu’ belle, piu’ pulite, piu’ alberate e con le aiuole piu’ fiorite.
Vorremmo lasciarci alle spalle microfoni e cravatte, bugie e false promesse, vorremmo avere un rapporto di fiducia reciproco, vorremmo parlarci piu’ spesso, vorremmo che voi costruiate insieme a noi un sentire comune mentre ci sentiamo uguali perche’ uguali siamo anche quando voi ci permettete di fare i consiglieri comunali, gli assessori, i sindaci ed i parlamentari, non a caso il Movimento 5stelle ha tra le regole morali quella di lasciare gran parte dei compensi a favore del fondo delle piccole imprese. Abituati come siamo ad essere interpellati solo quando serviamo, non ci accorgiamo piu’che c’e’ anche un gusto a partecipare, a proporre, a studiare e a rendere finalmente applicata la proposta stessa .

Attendiamo comodamente che altri ai quali abbiamo delegato i nostri auspici ed i nostri sogni riescano finalmente a liberarci dalle nostre ansie per poi accorgerci che per l’intera durata della carica amministrativa nessuno piu’ si ricordi del nostro certificato di residenza.
Sappiate cari cittadini che “ Cittadini in Movimento “ e questa pubblicazione nascono oggi per questo , questa associazione nasce proprio per questo, per non delegare piu’, nasce per prendere finalmente in mano le nostre vite e quelle delle generazioni future, nasce per far capire a “ Lor Signori “ che esiste un altro modo di far politica, un diverso approccio ai problemi da risolvere e soprattutto che esistono diversi cittadini che intendono mettersi in movimento per intraprendere una strada che porti insieme, noi e voi, giovani e meno giovani verso il cambiamento che oggi attraverso questi fogli annunciamo in linee generali, ma che presto con il contributo di tutti potremo scrivere analizzando e mettendo a fuoco ogni tipo di problematica che dovesse riguardare la nostra comunita’.

Sapete cari giovani, chi vi parla e’ di un’altra generazione, chi vi parla ne ha fatto di sogni…e quante speranze di societa’ migliori ha visto spegnersi. Chi sognava da sinistra come me e come tanti, chi sognava da destra come tanti miei amici, insieme noi da una parte e gli altri dall’altra, abbiamo sognato una San Pietro e un’Italia diversa, ed oggi tutt’insieme vediamo calpestati i nostri sogni.
Piu’ di quarant’anni politicamente ed intellettualmente umiliati da una classe politica di destra e di sinistra o che dir si voglia di centrodestra e di centro sinistra, oramai indecente, collusa, corrotta ed intellettualmente disonesta. Non fate come me e come i miei amici di sinistra, non fate come quei miei amici di destra, non gettate via anche voi altri quarant’anni, vi invito cittadini, vi invito giovani donne e giovani uomini, lo faccio col cuore, vi invito a non farlo.
Io penso che la vostra idea valga piu’ della nostra e se ne parliamo insieme anche la nostra potra’ diventare migliore.
Sapete dove trovarci, forse non aspettavamo altro, forse non aspettavate altro.

Nicola Toraldo

Pronto Soccorso: problemi solo per i cittadini, QUELLI NORMALI

img_soccorsoSiamo all’ennesimo riordino della sanità pugliese, con la “trasformazione” del Pronto Soccorso, concomitante con un ulteriore ridimensionamento dell’OspedaleN. Melli”.
STRANO! Qualche giorno prima delle Elezioni Europee ci fu la gara dei politici del locale Partito Democratico ad attribuirsi i meriti di aperture di servizi, sale operatorie e chi più ne ha più ne metta. Mentre si “festeggiava”, in realtà era i n atto quello che oggi si presenta come il “ben servito ai cittadini”.
Molte sono le responsabilità del governo regionale che ha spesso dimostrato di non avere interesse soprattutto per quella parte di cittadinanza che ha problemi a curarsi dovendo pagare onerosi ticket.
Cittadinanza che si spera non abbia rimosso che i vari Romano (Capogruppo PD) e Pentassuglia (Assessore PD), Relatore della Riforma Sanitaria pugliese, siano al Governo della Regione Puglia.
La situazione, ove non fosse chiaro, oggi risulta peggiore non solo per quanto riguarda i Pronto Soccorso, e guardare alla loro chiusura invece che a tutta la riforma sanitaria, é più o meno come la storia della pagliuzza nell’occhio.
La razionalizzazione della spesa, veri e propri tagli, senza che si sia mai tenuto conto del diritto alla salute dei cittadini, condiziona ormai il destino anche dell’Ospedale “N. Melli”.
Utile, non solo oggi, sarebbe stata una rimodulazione basata su criteri ben diversi da quelli che hanno portato anche alle ultime paradossali vicende relative alla TAC, giacente da anni nei corridoi dell’Ospedale di Mesagne. Altrettanto utile sarebbe stato ridisegnare una rete di competenze, una migliore attribuzione ed erogazione non solo di risorse, ma soprattutto un miglioramento dei servizi per la cura dei cittadini.
Oggi a distanza di un ventennio si ripropone lo stesso criterio con un metodo che non è affidato all’esigenza di modificare l’offerta assistenziale, a renderla più appropriata e coerente ai bisogni della comunità, ma esclusivamente all’obbiettivo, ormai consueto, di taglio dei posti letto.
Queste restrizioni comporteranno sicuramente problemi di sicurezza per gli utenti, ma anche per gli operatori sanitari, medici e personale di assistenza, che sempre più spesso pagano la responsabilità di esporsi a rischi.
Adeguato alle esigenze dei cittadini sarebbe risultato un diverso insieme di presidi ospedalieri che con le loro caratteristiche avrebbero dato risposte alla domanda sanitaria in modo coordinato, con funzioni assistenziali specialistiche diversificate, tenendo conto degli ambiti territoriali di riferimento.
Così si sarebbe realizzata una efficace spending review che, per i comuni mortali sarebbe la revisione della spesa pubblica.
Al contrario, ed è evidente, c’è la condanna a morte di ospedali, compreso il “N. Melli”, contro la cui esecuzione oggi si mobilitano tanti politicanti che cercheranno solo di innescare un braccio di ferro che è esclusivamente dettato da interessi elettorali.
Le ormai evidenti responsabilità di un Governo in cui gli inciuci prevaricano l’interesse dei cittadini e i dettami che ribadiscono il diritto alla salute, non possono portare a cambiare la strada intrapresa.
Sarebbe auspicabile considerare le strutture dal punto di vista edilizio e strategico, proprio come nel caso del nosocomio sanpietrano e magari anche a discutere con gli addetti ai lavori i risultati di una simile analisi, condividendone le proposte.
Infine, non possiamo esimerci dal rimarcare come sia mancata una corretta e semplice informazione dei cittadini, oggi esautorati anche dalla comprensione di cosa sia uno “Hub”, uno “Spoke”, un’auto “Mike” o una “India.
Rimane in tutti i casi, incomprensibile e non accettabile il solito criterio esclusivamente economico su cui si basa la riforma, sotto una poco convincente ottimizzazione e razionalizzazione delle prestazioni, non fosse altro perché le esperienze hanno dimostrato che il criterio puramente economico in sanità comporta solo problemi per i cittadini: QUELLI NORMALI.

COMUNICATO STAMPA  “CITTADINI IN MOVIMENTO” SAN PIETRO V.CO

Malore mentre gli staccano il contatore idrico. La vittima è originaria di Brindisi

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LUCCA SICULA (Agrigento) – E’ stato colto da un infarto durante una discussione con gli operatori del gestore idrico, giunti nella sua abitazione per tagliargli l’allaccio alla rete. Se n’è andato così il 68enne Salvatore Tafuro, originario di Brindisi ma residente da anni a Lucca Sicula, paese di 3mila abitanti in provincia di Agrigento. L’episodio risale alla mattinata di ieri (8 novembre).

Il pensionato, da quanto riportato dalle cronache locali e nazionali, pare avesse un arretrato di alcune bollette con la “Girgenti acquae”, società che gestisce gli impianti idrici nella provincia del capoluogo siciliano. I famigliari della vittima hanno presentato un esposto alla Procura della repubblica di Sciacca per appurare la sussistenza di eventuali responsabilità.

Dell’accaduto si è interessato anche il sindaco di Lucca Sicula, Giuseppe Puccio, che ha informato il prefetto Nicola Diomede. Quset’ultimo ha convocato un incontro in prefettura per  domani mattina (10 novembre). Tafuro lascia una moglie e due figli.

Sull’accaduto è intervenuta anche la stessa Girgenti Acque, con una nota che riportiamo di seguito.

 “La Girgenti Acque s.p.a. esprime il proprio rammarico e dispiacere per l’accaduto e chiede di evitare strumentalizzazioni e polemiche nel rispetto del dolore della famiglia del Sig. Salvatore Tofuro. Evitando di entrare nel merito dell’episodio di Lucca Sicula sul quale sono state diffuse notizie imprecise, l’Azienda ritiene doveroso precisare che opera in perfetta e scrupolosa aderenza alle leggi e ai regolamenti vigenti che regolano il rapporto fra il gestore del servizio idrico integrato e gli utenti”.

fonte news: http://www.brindisireport.it/cronaca/malore-mentre-gli-staccano-il-contatore-idrico-la-vittima-e-originaria-di-brindisi.html

 

E’ doveroso chiarire

cittadini in movimento

Gli Attivisti del Meetup “Cittadini in Movimento” di San Pietro Vernotico, apprendono dall’articolo comparso su “Prima Pagina” e divulgato ad altri organi di informazione provinciale, che i firmatari, semplici iscritti al Meetup e sporadici frequentatori, hanno abbandonato lo stesso, cosa di cui si era già a conoscenza, in quanto nelle ultime settimane i loro pensieri ci arrivavano per mezzo di due comunicati su Facebook, evitando qualsiasi civile e democratico confronto.
Quello che viene difficile da comprendere in tutto questo, non è perché siano usciti, ma la necessità degli stessi, ricordiamolo “semplici cittadini”, di emanare un comunicato stampa divulgandolo sui siti di informazione. A vantaggio di chi?
Comunque questa é davvero l’ultima preoccupazione di chi si Attiva nel MeetUp “Cittadini in Movimento” ed é costantemente e giornalmente impegnato su temi che riguardano la cittadinanza, la salute e l’ambiente che da oggi, a causa del Decreto del Governo Renzi denominato “Sblocca Italia”, corre rischi enormi.
Gli Attivisti del MeetUp “Cittadini in Movimento”, impegnati nell’organizzazione della Manifestazione “Attiva Italia”, di Domenica 9 Novembre a Brindisi, come in tempi recenti in tante altre, non intendono scendere nella polemica dei firmatari.

Solo l’aver scritto di organigramma e strutture, che sono l’antitesi della piattaforma MeetUp e del Movimento 5 Stelle, basta e avanza a far notare quanto i firmatari fossero lontani non solo fisicamente, dal pensiero comune degli Attivisti pentastellati, avendo in particolare una scarsissima informazione sul merito.

Gli Attivisti di “Cittadini in Movimento” evidenziano che il Meetup é stato sempre un luogo di confronto democratico.
Allo stesso tempo rimarcano come nessuno potrà o avrebbe mai potuto imporre forme di asservimento a questo o quel politico, ad una o a qualsiasi altra amministrazione comunale.
Gli Attivisti approfittano dell’occasione per ribadire che Cittadini in Movimento continuerà a non essere disponibile a nessun dialogo con chi non é mai stato aperto ad azioni fattive su temi e proposte nell’unico interesse dei cittadini e con chi rafforza posizioni anti ambientalistiche.
Il Meetup “Cittadini in Movimento” contrariamente a quanto affermato, é rafforzato ed unito, e sicuramente dalla “perdita di 3 pezzi”, ha guadagnato quella di cittadini privi di interessi personali che si riconoscono nei valori dei principi fondanti il Movimento 5 Stelle.
COMUNICATO STAMPA “CITTADINI IN MOVIMENTO” SAN PIETRO V.CO

Trivelle al largo del Salento, sorpresa dalle carte: coinvolta un’area di 2.207 km quadrati

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LECCE – La corsa al tesoretto nero delle coste pugliesi non si ferma di fronte a Santa Maria di Leuca “De Finibus Terrae”, il suggestivo punto più a sud della Penisola, meta di pellegrini e terra di leggende. Le richieste di prospezione per la ricerca di petrolio in mare, arrivate a 19 comuni del Sud Salento, notizia delle ultime ore, sono il triplo rispetto a quelle inizialmente trapelate. Non più uno, ma tre sono i permessi richiesti per cercare petrolio nel mare di Leuca. E triplica anche l’area interessata ipotizzata nelle scorse ore: si passa da 749 a 2.207 chilometri quadrati. La novità emerge dalla documentazione depositata presso il Ministero dello Sviluppo economico, che ha avviato l’istruttoria il 30 ottobre scorso. Lo confermano i fascicoli e dvd giunti nei giorni scorsi negli uffici e nei comuni salentini, tutti quelli rivieraschi da Otranto a Gallipoli: Tricase, Gagliano del Capo, Ugento, Racale, Alessano, Castrignano del Capo, Taviano, Andrano, Diso, Otranto, Morciano di Leuca, Patù, Tiggiano, Gallipoli, Alliste, Salve, Santa Cesarea Terme, Castro, Corsano. A chiedere di sondare il fondale dello Ionio Settentrionale è l’americana Global Med Llc., società con sede in Colorado ma attiva anche e soprattutto nei paesi in via di sviluppo, che ora punta al Salento.

La storia di Davide contro Golia però, qui non tiene. Il braccio di ferro infatti non è tra i piccoli comuni e le multinazionali ma tra idee di sviluppo: quella glocal e ambientalista sposata dalla regione Puglia (e non solo) contro le strategie energetiche del governo nazionale. Non è un mistero che diversi ministri, a partire dalla Guidi, e lo stesso Renzi sono dell’opinione che l’Italia non può autoescludersi dalle ricerche in Adriatico se gli altri paesi rivieraschi, con la Croazia in testa, puntano sul petrolio: in tal caso, l’Italia porterebbe a casa i danni ma non i benefici. E i grandi gruppi questo lo sanno, a tutte le latitudini. L’area interessata del Sud Salento abbraccia tre diversi specchi d’acqua contigui, a sud est di Capo Santa Maria di Leuca. Una frammentazione esistente, in realtà, solo sulla carta, dovuta al fatto che i titoli minerari rilasciati non possono superare l’ampiezza di 750 chilometri quadrati. Dunque, si spezzettano gli iter, ma si cumulano gli effetti.

In realtà, uno dei tre fondali da esplorare è conteso. E per questo è ancora ferma la relativa istruttoria, che per gli altri due progetti è invece già avviata. L’area interessata è posizionata pochi chilometri a nord delle precedenti, dunque ancora più vicina alla costa, e su quella hanno presentato richiesta di rilascio del permesso contemporaneamente due operatori: la stessa Global Med e il tandem Petroceltic Italia ed Edison. È il motivo per cui quella stessa istanza ha una doppia denominazione, “d 91 F.R-.GM” e “d 84 F.R-.EL”. Dovrà essere il Ministero dello Sviluppo Economico, ora, a porre fine alla concorrenza, attraverso il rilascio del titolo minerario, che per definizione è esclusivo. Dunque, fino ad allora, non sarà possibile avviare lì alcun rilievo geofisico. A tenere uniti i tre progetti non ci sono solo la prossimità geografica e la stessa società petrolifera, che finora ha cavato oro nero da Nuova Zelanda, Marocco, Cina, Belize e Sud Africa. Con l’esplorazione si chiede di acquisire centinaia di chilometri di linee sismiche 2D mediante tecnologia air gun e di effettuare eventuali rilievi geofisici 3D. Significa che, se dovessero andare in porto tutti e tre gli iter, si adotterà la tecnica che consente di raccogliere informazioni sulla composizione del fondale marino attraverso spari forti e continui di aria compressa che, ogni 5 o 10 minuti, mandano onde riflesse da cui estrapolare i dati.

Una metodologia finita sotto accusa per gli impatti che provocherebbe all’ambiente e, soprattutto, ai cetacei che perderebbero l’orientamento. Una volta depositate le richieste ci sono meno di due mesi per opporsi: il termine entro cui presentare osservazioni scade il 22 dicembre. Le nuove istanze si aggiungono alla miriade già depositate al Ministero dello Sviluppo economico, comprese quelle nei comuni pugliesi dell’Adriatico arrivate negli scorsi anni da due diverse società, la Northern Petroleum, poi bloccata da un ricorso al Tar. E dall’australiana Global Petroleum Limited, che aveva depositato richieste per l’intera costa adriatica: Giovinazzo, Bari, Mola, scendendo a Polignano, Monopoli, Fasano, Carovigno, Brindisi, San Pietro Vernotico e Torchiarolo. E successivamente anche a Lecce. La Gl ha già incassato lo scorso 14 ottobre il “no” della commissione Via regionale. Ma il parere dell’ente rischia di diventare del tutto accessorio con le norme contenute nello “Sblocca Italia”, soprattutto attraverso il contestato articolo 38, che attribuisce un carattere strategico alle concessioni di ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplifica gli iter autorizzativi, toglie potere alle regioni e prolunga i tempi delle concessioni. La Puglia, il cui Consiglio regionale si era già espresso lo scorso giugno e poi di nuovo a ottobre in una seduta allargata anche ad ambientalisti e parlamentari, proprio in vista del voto in Aula del decreto, darà battaglia anche davanti alla Corte Costituzionale. Insieme ad Abruzzo, Marche e Molise, la regione ha infatti deciso di impugnare lo sblocca Italia e il prossimo 11 novembre incontrerà anche la Regione Basilicata per pianificare “azioni comuni”. Tra le due regioni, infatti, esiste un filo nero che si chiama Tempa Rossa. Il progetto di raddoppio del sito di stoccaggio e movimentazione del greggio lucano a Taranto, su cui il Comune jonico ha convocherà a breve un Consiglio monotematico che, come sempre, si troverà a fare i conti con le due istanze simbolo del territorio: il diritto alla salute e quello al lavoro.

fonte news: http://www.quotidianodipuglia.it/regione/petrolio_trivelle_mare_jionio_puglia_salento/notizie/988400.shtml